E’ lecito cantare, è proibito parlare!

Raccolta di canti di lavoro in filanda

I canti inseriti in questa sezione sono altri esempi di canti di filanda. Infatti, le operaie delle filande cantavano non solo per protestare ma semplicemente per far passare il tempo, per combattere la monotonia del lavoro e per mantenere la concentrazione necessaria.
I canti raccolti, provenienti sia da registrazioni originali che da interpretazioni, abbracciano diversi temi: il lavoro vero e proprio, le figure di controllo legate ad esso, le lavoratrici straniere, l’amore e la guerra.

La raccolta contiene un nutrito numero di canti di filanda selezionati in un lavoro di ricerca che ha spaziato da fonti di archivio a collezioni sonore  già precedentemente divulgate seppure molto datate e oggi difficilmente reperibili fino a registrazioni di gruppi o interpreti contemporanei di musica popolare.

Il criterio di selezione principale ha avuto carattere storico: si è cercato ossia di dare priorità ai canti registrati da testimoni originali, ossia artefici dirette della vita e della storia delle filande o da interpreti che hanno cercato il più possibile di provare a riprodurre l’approccio vocale e musicale di coloro le quali in filanda lavoravano, vivevano e cantavano.

Il canto per le donne e per le lavoratrici non era semplicemente un diversivo ma rappresentava uno strumento di espressione organico, insieme artistico, emotivo, sociale, politico.
Il canto era il linguaggio più semplice ed efficace, convenzionalmente accettato dentro e fuori la filanda, per esprimere pensieri, sentimenti, sfoghi e spesso denunce, nonché il modo più immediato per espiare disagi e sofferenze.

Quando non è stato possibile reperire versioni originali di brani particolarmente significativi si è ricorso a reinterpretazioni.

In altri casi la scelta di proporre brani di seconda mano reinterpretati con contributi personali e soggettivi da diversi musicisti risponde alla precisa volontà di raccontare l’evoluzione dinamica della musica popolare che si si sviluppa e contamina alla luce dello scorrere della Storia. Le numerose reinterpretazioni esprimono la vitalità di questi canti e suggeriscono un futuro approfondimento didattico che ricerchi e racconti l’inarrestabile e profonda connessione tra  storia e musica, sempre e comunque contraddistinte dall’evoluzione e dal cambiamento.

Rispetto ai temi sono stati scelti per questa raccolta i canti che danno esplicitamente centralità alla vita e al lavoro in filanda pur consapevoli che in filanda, epicentro di incontri e specchio di intere società, si cantasse un repertorio che andava ben oltre i canti sulla filanda.

I temi risultano comunque svariati: dal lamento, la sofferenza e il dolore fisico per le condizioni di lavoro e di vita, alla denuncia, all’invettiva e perfino all’ironia nei confronti del direttore e dell’assistente;  dall’emigrazione alla guerra; da canti propiziatori legati all’allevamento dei bachi a riferimenti molto precisi e puntuali al rapporto con le macchine e alla filiera produttiva; dalle rivendicazioni economiche, fino ai rapporti di genere che oscillano tra posizioni che pongono l’amore e il matrimonio come occasione di possibile liberazione dalla filanda ad altre che denunciano ennesime situazioni di subalternità, delusioni e addirittura vere e proprie “fregature”. Certo è che alle povere filandere che si autodefiniscono prigioniere e addirittura cani alla catena, il primo fischio mette paura, mentre dopo l’ultimo giorno, oltre la filanda, c’è la libertà.

Infatti se da una parte tutti i canti testimoniano una generale condanna della vita e del lavoro in filanda e della filanda stessa allo stesso tempo o forse proprio per questo sono profondamente intrisi di libertà: in primo luogo perché esprimere e cantare la sofferenza significa in qualche modo riconoscerla, andando oltre l’assuefazione e la rassegnazione e in secondo luogo perché ogni denuncia esprime dignità umana e femminile e l’anelito per una vita altra e possibile non dimenticando che se il camiśö l’è négher ma i öc’ ìn sémper bèi...

Credits:

REGISTRAZIONI A

Titolo: Alle cinque e mezza.
Credits: Informatrice B. Maianti, Cremona, dicembre 1964, reg. di S. Lodi.
Registrazione da I canti del lavoro 5, a cura di R. Leydi, I Dischi del Sole, DS 50, 1965.

Titolo: E lée la va in filanda.
Credits: Informatrice V. Amati, C. Corti e A. Fadigatti, Oggiono (Lc), luglio 1974, reg. M. Pirovano, archivio privato di M. Pirovano, depositato in copia presso Archivio di Etnografia e Storia Sociale - Regione Lombardia. Registrazione dall’intervista di M. Pirovano a V. Amati, C. Corti e A. Fadigatti, Oggiono (Lc), del 10/7/1974.

Titolo: Lauràte povere donne.
Credits: Informatrice I. Redaelli, Oggiono (Lc), aprile 1974, reg. di M.  Pirovano, archivio privato di M. Pirovano, depositato in copia presso Archivio di Etnografia e Storia Sociale - Regione Lombardia.
Registrazione da M. Pirovano, Cari signori che state ad ascoltare. Il canto popolare tradizionale nella Brianza lecchese, Oggiono-Lecco, Cattaneo Editore, con cd allegato, 2002.

Titolo: Laürina a la filanda.
Credits: Informatrice I. Serventi, Cremona, dicembre 1964, reg. di S. Lodi.
Registrazione da I canti del lavoro 5, a cura di R. Leydi, I Dischi del Sole, DS 50, 1965.

Titolo: Mi sun chi in filanda.
Credits: Informatrice M. Cazzaniga, Lurago d’Erba (Co), maggio 1961, reg. di A. Uccello, Archivi di Etnomusicologia dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Registrazione da Musiche tradizionali in Brianza. Le registrazioni di Antonino Uccello (1959,  1961), a cura di R. Valota, Roma, Squilibri, con cd allegato, 2011.

Titolo: Oggi è l’ultimo giorno.
Credits: Informatrice R. Pallini, Spurano di Ossuccio (Co), gennaio 1972, reg.  C. Melazzi, Archivio di Etnografia e Storia Sociale - Regione Lombardia.
Registrazione dall’intervista di C. Melazzi a R. Pallini, Spurano di Ossuccio (Co),del  18/01/1972.

Titolo: Povere filandere.
Credits: Canta  il gruppo Rataplam di Mapello (Bg), lezione desunta dal canto di P. Facchetti, Cologno al Serio (Bg).
Registrazione da cd autoprodotto Rataplam, O bèle s’ cète. Le donne cantano la tradizione,  2004.

Titolo: Quando sento il primo fischio.
Credits: Informatrice P. Facchetti, Cologno al Serio (Bg), marzo 1964, reg. di R. Leydi.
Registrazione da I canti del lavoro 4, a cura di R. Leydi, I Dischi del Sole, DS 37, 1964.

Titolo: Sciùr Giuanìn in sül canapè.
Credits: G. Cappelletti e G. Tozzo, Vighizzolo di Cantù (Co), maggio 1961, reg. di A. Uccello, Archivi di Etnomusicologia dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Estratto dalla registrazione in Musiche tradizionali in Brianza. Le registrazioni di Antonino Uccello (1959,  1961), a cura di R. Valota, Roma, Squilibri, con cd allegato, 2011.

Titolo: Va in filanda laùra bén.
Credits: Informatrici V. Amati e C. Corti, Oggiono (Lc), maggio 1974, reg. di M. Pirovano, archivio personale di M. Pirovano,  depositato in copia presso Archivio di Etnografia e Storia Sociale - Regione Lombardia.
Registrazione dall’intervista di M. Pirovano  a V. Amati e C. Corti, Oggiono (Lc), del 9/05/1974.

REGISTRAZIONI B

Titolo: Laurina la va in filanda.
Credits: Canta il gruppo Rataplam di Mapello (Bg). Le prime due strofe sono desunte dalla ricerca di Tito Oprandi di San Pellegrino Terme, raccolta a Selvino (Bg) da informatore anonimo; il resto del canto dalla lezioni di I. Serventi, Cremona.
Registrazione da cd autoprodotto Rataplam, Fila balà, fila cantà, 2009.

Titolo: La mia morosa cara.
Credits: Canta N. Svampa su testo di una canzone popolare lombarda pubblicata da G. Bollini, A. Frescura, I canti della filanda, Milano, Carisch, 1940.
Registrazione da N. Svampa, Milanese. Antologia della canzone lombarda v. I, SONY BMG Music Entertainment (Italy) 2001.

Titolo: La nostra società l’è la filanda.
Credits: Canta S. Mantovani , accompagnata dalla chitarra di G. De Lama , lezione desunta dal canto dell’inf. C. Zanchi, raccolto a Cologno al Serio (Bg). Registrazione da I canti del lavoro 1, a cura di R. Leydi, I Dischi del Sole, DS 4, 1963 / Avanti popolo. Due secoli di canti popolari e di protesta civile. Se otto ore son troppo poche, a cura di dell’Istituto Ernesto de Martino, Hobby & Work, AP 09-2, 1998.

Titolo: Quando sento il primo fischio.
Credits: Canta  il gruppo Rataplam di Mapello (Bg), lezione desunta dal canto di P. Facchetti, Cologno al Serio (Bg).
Registrazione da cd autoprodotto Rataplam, O bèle s’ cète. Le donne cantano la tradizione,  2004.

Titolo: Son passata di Garlate.
Credits: Canta E. Albonico da canto raccolto a Consonno di Olginate (Lc).
Registrazione da E. Albonico, Canti della seta, Corriere di Como, CDPBLE0013, 2000.