• Mi reco a gradito dovere di esprimerLe la più viva gratitudine di questa popolazione per la determinazione della Ditta Abegg di riattivare l’opificio di Garlate trasformando la filanda in incannatoio.

    Lettera del Podestà di Garlate a Carlo Job (30 marzo 1936).

  • Questo Comune ha appreso con profondo compiacimento la decisione della Ditta Abegg & C. di trasferire a Garlate il macchinario di incannatoio dello stabilimento di Valgreghentino, installandolo nel locale rimasto vuoto della ex filanda di Garlate. [...] Tale decisione è un provvedimento provvidenziale atteso con vera ansia da questa popolazione la quale, da epoca quasi immemorabile trovava nell’opificio della Ditta Abegg, col lavoro stabile e sicuro, il suo pane quotidiano.

    Lettera del Podestà di Garlate all’Ispettorato corporativo (30 marzo 1936).

  • La riattivazione del suddetto opificio della Ditta Abegg & C. è vivamente attesa da questa popolazione in quanto potrà ridare lavoro a un buon numero di operai e operaie disoccupati e bisognosi.

    Nota del Podestà di Garlate

La trasformazione da filanda ad incannatoio

Lettere e note del Podestà di Garlate

Nel 1936, dopo pochi anni di chiusura, l’ex filanda riapre e diventa incannatoio, garantendo nuovamente posti di lavoro per i garlatesi (e non solo). Le istituzioni cittadine accolgono con favore questo fatto. Nuovi macchinari intanto arrivano a Garlate dallo stabilimento Abegg di Valgreghentino per permettere la trasformazione di un’ala dell’ex filanda in incannatoio.

Crediti: Archivio storico comunale di Garlate.