Ci portavamo da casa due mele, due uova, qualche patata. Le uova e le patate le facevamo cuocere nelle bacinelle, cuocevano assieme ai bozzoli, nell’acqua sporca. Specialmente le patate odoravano di bigat.
Il menù operaio
Per il pranzo era abitudine di filere e scopinere utilizzare l’acqua bollente delle bacinelle per cuocere uova e, soprattutto, patate. Capitava quindi che le pietanze assumessero il "sapore” del bozzolo.
Crediti: La sogno ancora adesso la filanda”, intervista a Teresa Bertolino in Nuto Revelli, L’anello forte, Einaudi, Torino, 1985